mercoledì 19 giugno 2013

Il Lavoro




Allora un contadino disse: Parlaci del Lavoro.

Ed egli rispose, dicendo; Voi lavorate per tenere il passo con la terra e con l'anima della terra.
Poichè essere oziosi è diventare stranieri alle stagioni, uscire dal corso della vita che procede con maestà e con fiera umiltà verso l'infinità.
Quando lavorate siete come un flauto che nel suo cuore volge in musica il sussurro del tempo.
Chi tra voi vorrebbe essere una canna muta e silenziosa quando ogni altra canta insieme all'unisono?
Vi è sempre stato detto che lavorare è una maledizione, la fatica una sventura. Ma io vi dico che quando lavorate voi portate a compimento una parte del sogno più remoto della terra, che vi fu data in sorte quando quel sogno stesso ebbe origine.
E nel sostenere voi stessi con la vostra fatica voi amate in verità la vita stessa, E amare la vita attraverso quella fatica è essere tutt'uno con il suo segreto più profondo.
Ma se voi dite, mentre penate, che nascere è un'afflizione e il peso della carne una maledizione scritta sulla vostra fronte, allora io vi rispondo che nulla tranne il sudore della vostra fronte laverà ciò che vi è scritto.
Vi è stato anche  detto che la vita è tenebre, e nella vostra stanchezza vi è l'eco di ciò che da tali uomini stanchi vi fu detto. Ed io vi dico che davvero la vita è tenebre se non vi è slancio, E ogni slancio è cieco se non vi è conoscenza, E ogni conoscenza è vana se non vi è un operare, E ogni operare è vuoto se non vi è amore; E quando operate con amore legate voi a voi stessi, e ad ogni altro, e a Dio.
E che cos è operare con amore?
E' tessere l'abito con i fili tirati dal vostro cuore, come se avesse ad indossarlo il vostro amato.
E' costruire una casa con amorevolezza, come se l'amato dovesse far dimora in quella casa.
E' spargere semi con tenerezza e raccogliere le messi con allegria, come se l'amato dovesse mangiarne il frutto.
E' soffiare il respiro del vostro animo su tutto ciò che forgiate,
E sapere che tutti i morti beati sono intorno a voi e vigilano su di voi.
Spesso vi ho udito dire, come se parlaste nel sonno: "Chi lavora col marmo e scopre nella pietra la forma della sua propria anima, è più nobile di colui che ara la terra. E chi afferra l'arcobaleno per distenderlo su una tela in un'effigie umana, è superiore a chi fabbrica sandali per i propri piedi".
Ma io vi dico: non è nel sonno ma è nella pienezza del meriggio che il vento parla non più dolcemente alle querce giganti che al più piccolo di tutti i fili d'erba; E che solo è grande chi volge la voce del vento in un canto reso più dolce dal suo proprio amore.
Operare è amore reso visibile. E se non riuscite ad operare con amore ma soltanto con disgusto, meglio sarebbe lasciare quel vostro lavoro e sedere alla porta del tempio e ricevere l'elemosina di coloro che operano con gioia. Poichè se cuocete il pane con indifferenza, cuocerete un pane amaro, che sfamerà solo a metà la fame dell'uomo. E se spremete l'uva controvoglia, il vostro malanimo distillerà veleno nel vino.
E se anche cantate come angeli, ma non amate il cantare, renderete sordo l'orecchio dell'uomo alle voci del giorno e alle voci della notte.

Gibran

Gibran



Nessun commento:

Posta un commento